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    LA SANTA CHIESA CATTOLICA

    Il simbolo degli apostoli ci fa dire: "Credo in Dio Padre... in Gesù Cristo... nello Spirito santo"; e poi "credo la santa Chiesa".

    Dio non si vede: lo si crede o lo si nega. Possiamo negare Dio, Cristo, lo Spirito, ma non si può negare la Chiesa perché è un fatto. Possiamo ignorare il significato di questo fatto, il mistero, ma neppure un ateo che nega senza ombra di dubbio l’esistenza di Dio, può negare l’esistenza della Chiesa.

    La Chiesa è un fatto: papa, vescovi, preti, diocesi, parrocchie... La Chiesa è un fatto da duemila anni. Tutti possono constatare l’esistenza della Chiesa. Solo i credenti credono che essa è una, santa, cattolica e apostolica.

    Sulla Chiesa piove. Sulla chiesa piovono critiche dall’esterno e dall’interno.

    - La chiesa è un ostacolo alla libertà e all’inventiva. In essa è già tutto fatto, tutto scritto; non c’è più nulla da scoprire o da fare.

    - È troppo madre. Ci tratta da neonati, da minorenni, o peggio, da minorati.

    - È una istituzione d’altri tempi (idee, linguaggio, riti, paludamenti... da medioevo) troppo lontana dal nostro modo di pensare, di sentire, di pregare, di amare.

    - È triste e paurosa.

    - È giuridica, moralistica, autoritaria, pignola. Cristo ha detto: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri" (Gv 13,35) ma io non trovo questo amore nella mia chiesa.

    - Si parla molto di Chiesa dei poveri. Sono parole. La Chiesa, sostanzialmente, resta legata ai poteri economici, è sempre dalla parte del potere costituito, anche se repressivo, e contro le rivoluzioni. Cercatela dalla parte dei ricchi e dei potenti.

    - Pretende di avere tutta la verità in esclusiva, di sapere tutto e di fare da maestra a tutti. È infallibile come una vecchia zitella che ha sempre ragione.

    - Come credere a una comunità i cui appartenenti si combattono reciprocamente proprio in nome della loro fede e della pratica che ne consegue?

    - Ecc.

    Scrive Gilbert Cesbron: "Parliamo della Chiesa!" quasi alla stregua di come diciamo "la gente" dimenticandoci che siamo anche noi Chiesa. Se la vogliamo mettere sotto accusa, che sui banchi degli accusati non siedano solo vescovi, teologi e liturgisti, ma anche tutti quei "fedeli" che sono così poco fedeli... Dobbiamo ammettere d’aver indotto il mondo a credere che le nostre mani giunte erano il contrario di quelle aperte, di quelle attive, tese.

    Se i cristiani avessero tenuto conto del terribile avvertimento di Paolo: "Con Dio non si scherza!", se non avessero così a lungo trescato col denaro, col potere, sarebbero meno contestati, e Cristo con loro. Il fatto che oggi la mappa della cristianità coincida con quella dei paesi opulenti è una prova lampante che l’occidente è fatto per il regno della terra, non per l’altro. Quale umiliazione!.

    Tutte le critiche anche asprissime, purché vere, sono una grazia perché invitano la Chiesa a rivedere le sue posizioni, a mettersi nella verità, a ritornare all’originale e all’essenziale.

    Cos’è la Chiesa? Chiesa vuol dire "assemblea" o "comunità". Senza voler mettere il papa o il prete fuori dalla Chiesa, dobbiamo dire che loro non sono la Chiesa. Essi sono della Chiesa, vi esercitano un servizio importante, ma non sono la Chiesa.

    Ciò che Cristo ha voluto, sostanzialmente, quando ha fondato la Chiesa è: che tutti gli uomini siano "convocati" nell’amore.

    Dio è amore. È in se stesso comunità di persone che si amano al punto da costituire un solo Dio. Per questo non dobbiamo cercare la radice della Chiesa in Gesù Cristo, ma ancora più in profondità: nella natura stessa di Dio. La Trinità è Chiesa, assemblea, comunità. La nostra Chiesa è a immagine e somiglianza di quella. "Tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi una cosa sola... Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me" (Gv 17,21-23).

    Colui che riunisce nell’unità questa umanità dispersa e la lega a sé con un amore sponsale è il Figlio diventato uomo, Cristo Gesù. In questo modo "la Chiesa è Gesù Cristo esistente in forma di comunità" (Dietrich Bonhoeffer).

    Se vogliamo andare all’essenziale, alla Chiesa come l’ha voluta Cristo, dobbiamo vederla come l’insieme degli uomini che credono in Gesù Cristo, che sperano la salvezza promessa, che si amano al punto da voler formare una comunità di fratelli, a immagine e somiglianza della Trinità.

    La Chiesa infatti ha avuto inizio come un incontro di fratelli, una comunità di fede e di amore, una condivisione in tutto: "Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere... Tutti quelli che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore..." (At 2,42-48).

    È certamente questa la Chiesa che Cristo, o meglio, la Trinità, ha voluto.

    Dalle pagine degli Atti appena citate, gli apostoli appaiono come i responsabili della comunità: testimoni privilegiati della risurrezione, maestri qualificati dell’evangelizzazione e della catechesi.

    Ma non c’erano solo loro quando lo Spirito si posò su ciascuno di loro e tutti furono ripieni di Spirito santo: erano circa centoventi, erano una comunità di fratelli (cfr At 1,15).

    Cristo è il centro invisibile di questa comunità e tutti noi siamo "uno" in Cristo Gesù (cfr Gal 3,28). Lui è l’unica vite di cui noi siamo i tralci (cfr. Gv 15). Veramente "la Chiesa è Gesù Cristo che vive in forma di comunità" (Bonhoeffer), costituendo con i cristiani "il Cristo totale, capo e membra" (s. Agostino).

    E questo ci porta a comprendere la Chiesa come corpo di Cristo. I cristiani sono membra di Cristo e membra gli uni degli altri. È la stessa realtà sconvolgente espressa con l’immagine della vite e dei tralci: la stessa vita circola nel capo e nelle membra. Ma a questo punto non siamo più a livello d’immagine. "La Chiesa è il corpo di Cristo" significa realmente il corpo personale di Cristo risorto. I fedeli per mezzo della fede e dei sacramenti beneficiano fin d’ora della stessa vita del Risorto per mezzo dello Spirito santo. "Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?... Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito santo che è in voi?" (1Cor 6,15 e 19).

    Dio è più realistico di quanto possiamo credere. "Il Padre lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, la quale, è il suo corpo" (Ef 1,22). La testa e le membra costituiscono certamente un solo corpo e tuttavia la testa è distinta dal corpo e superiore al corpo, pur facendone parte.

    Non si tratta di un corpo morale o giuridico come "il corpo diplomatico", ma di un corpo realmente unificato in Gesù Cristo, il corpo personale, reale, fisico, di Cristo (cfr 1Cor 12,12-31).

    Come è possibile che la Chiesa rimanga realmente, corporalmente una in se stessa e una con il suo Signore?

    Risponde Paolo: "Il calice di benedizione che noi benediciamo (nell’eucaristia) non è forse comunione col sangue di Cristo. E il pane che noi spezziamo (nell’eucaristia) non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane" (1Cor 10,16-17).

    La Chiesa, dunque, è il corpo di Cristo mediante il battesimo della fede che ci immerge in lui, e lo ridiventa continuamente mediante l’eucaristia.

    Essenza dell’eucaristia è "incorporarci" realmente in Cristo e fra di noi.

    Le nostre messe valgono tanto quanto la nostra unità in Cristo e nei fratelli.

    Unità non è uniformità; è consonanza non monotonia. Dobbiamo accettare l’altro diverso, non solamente tollerarlo diverso; dobbiamo amarlo diverso. Dialogo sempre; contraddizione a volte; intolleranza mai. "Ciò che mi ha traumatizzato, e profondamente, non è d’essermi imbattuto nel contrasto che accetto sempre, ma nell’odio" (p. Congar).

    "Noi crediamo che la Chiesa... è indefettibilmente santa. Infatti Cristo, Figlio di Dio, il quale con il Padre e lo Spirito è proclamato "il solo santo", ha amato la Chiesa come sua sposa e ha dato se stesso per essa, al fine di santificarla, e l’ha unita a sé come suo corpo e l’ha riempita col dono dello Spirito santo per la gloria di Dio" (Conc. Vat. II LG 39).

    La Chiesa è il campo privilegiato dell’opera dello Spirito santo nel mondo. In primo piano nella Chiesa, dunque, non viene il volto di noi povera gente che vi ci troviamo riuniti, ma l’opera dello Spirito che ci riunisce e che mantiene la purezza della fede e elimina continuamente le nostre scorie. Il dono di Gesù risorto al mondo è lo Spirito per la remissione dei peccati (Gv 20,19-23).

    Gesù ha istituito la Chiesa come forza e luogo per la remissione dei peccati. Non meravigliamoci se troviamo anche dei panni sporchi in questa lavanderia!

    Cattolico vuol dire universale. Chiesa cattolica vuol dire "assemblea universale", comunità di tutti gli uomini in Cristo. La Chiesa era già cattolica il giorno di Pentecoste quando i suoi membri erano tutti chiusi fra le mura di una stanza. Dei cristiani deboli compresero che erano cattolici perché portavano nel cuore il segreto della salvezza di tutti e avevano la forza miracolosa di Gesù per realizzarla concretamente.

    Oggi tocca a noi. Abbiamo Cristo, pizzico di lievito, capace di fermentare tutta la pasta umana (Mt 13,33). Anche il più scalcinato dei cristiani ha una ghianda in mano. Se la semina, capirà che portava con sé una foresta.

    Tu sarai veramente cattolico quando sentirai il mondo intero battere nel tuo cuore di cristiano.