I PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO

    1 Disperazione della salvezza

    2 Presunzione di salvarsi senza merito

    3 Impugnare la verità conosciuta

    4 Invidia della grazia altrui

    5 Ostinazione nei peccati

    6 Impenitenza finale

 

 La dottrina di San Tommaso

San Tommaso d'Aquino insegna che i peccati contro lo Spirito Santo sono tanti quanti sono i modi di disprezzare l'aiuto di Dio per trattenere l'uomo dal peccato[2]. Secondo l'Aquinate le remore al peccato possono provenire da tre fonti:

    dal giudizio di Dio; è il caso dei due peccati contro la virtù teologale della speranza: la disperazione della salvezza e la presunzione di salvarsi senza merito;
    dai suoi doni, quando si oppongono alla conoscenza della verità rivelata e all'aiuto della grazia: l'impugnazione della verità conosciuta e l'invidia della grazia altrui;
    da parte del peccato stesso, quando non si considera la bruttezza del peccato e la brevità dell'esperienza presente: l'impenitenza finale, cioè il perdurare nel peccato fino alla morte, e l'ostinazione nel peccato.

 I PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO:
         LA DISPERAZIONE
     PER LA SALVEZZA ETERNA / 1

Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati (1 Tm 2,4)

Gesù ha detto:

“In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna”. Poiché dicevano di lui: “È posseduto da uno spirito immondo”, per questo non è in grado di perdonare (Mc 3,28-30).

        Ogni tanto incontro qualche fedele che si domanda: «Ho commesso tanti peccati, avrò offeso lo Spirito Santo? Non ci sarà più perdono in eterno?».

Ma quali sono dunque i peccati contro lo Spirito Santo? Eccoli: Disperazione per la salvezza. Presunzione di salvarsi senza merito. Impugnare la verità conosciuta. Invidia della grazia altrui. Ostinazione nei peccati. Impenitenza finale.
Così li troviamo descritti nel Catechismo di Pio X.

Che cosa è la disperazione per la salvezza?

“Gesù non mi può salvare”, questa è la bestemmia contro lo Spirito Santo. Egli infatti ha reso e continua a rendere testimonianza che Gesù è il Signore, il Figlio di Dio venuto a cancellare i peccati del mondo con la sua morte e risurrezione. Dio, dice la Scrittura, vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. (1 Tm 2,4).
Il credente non deve vivere nella paura di non essere salvato. Ciò costituisce un grave affronto alla bontà di Dio, Padre di infinita misericordia.

    Neppure dobbiamo dar credito alle tentazioni, per quanto siano terribili, o agli scrupoli che ci tormentano e ci fanno dubitare di essere salvati. Neanche per scherzo si deve dire: Chissà se mi salvo? Nulla ti turbi, ci ripete la sapienza dei santi. Dio offre a tutti la salvezza e i mezzi per raggiungerla.

    Chi si dispera rischia di rompere in modo definitivo, da parte sua naturalmente, tutti i buoni rapporti con Dio. Ha combinato tanti pasticci, ha infranto ogni buon comportamento con il suo prossimo, ha offeso profondamente Dio, scartando il suo amore, ha messo il suo “io” al di sopra di “Dio”, insomma si è scapricciato fino alla frenesia e, infine, si è convinto che Gesù non ha il potere di perdonare i suoi errori. Un simile pensiero e comportamento non è altro che uno schiaffo a Dio che è impastato di amore e di misericordia e che per i peccatori ha inviato suo Figlio. Il mio grido, e non solo mio, è questo: Permettete che Gesù vi perdoni e vi inondi del suo amore.

        Se tu non vuoi che questo ti succeda bisognerà che tu stesso vinca questa terribile tentazione, questo angoscioso dubbio, ti decida di tornare presto nella casa del Padre. Come?

        Tieni bene a mente che Dio è un vero Padre, con un cuore che ama e non odia mai. Dio è Amore. Se ti rivolgi a lui vedrai che egli già ti corre incontro, ti butta le braccia al collo, ti fa nuovo. Riconosci i tuoi peccati e permettigli di perdonarti e di darti una mano perché l’amore vero prenda possesso del tuo cuore.

Per non aver paura della morte, il tuo impegno deve essere questo: fa’ bene il tuo dovere, fidati di Dio, fa’ del bene a tutti e del male a nessuno e sta allegro. Così diceva Don Bosco.

        Preghiamo con il Salmo 93

        Rit.: Chi teme il Signore abiterà nella sua casa.

        Beato l’uomo che tu istruisci, Signore,
        e che ammaestri nella tua legge,
        per dargli riposo nei giorni di sventura. Rit.

            Perché tu Signore non respingi il suo popolo,
            la tua eredità non la puoi abbandonare,
            ti seguiranno tutti i retti di cuore. Rit.

        Se tu, Signore, non fossi il mio aiuto,
        in breve io abiterei nel regno del silenzio.
        Quando dicevo: “Il mio piede vacilla”,
        la tua grazia, Signore, mi ha sostenuto. Rit.

            Quand’ero oppresso dall’angoscia,
            il tuo conforto mi ha consolato.
            Il Signore è la mia difesa e la mia roccia. Rit.

La crisi di San Francesco di Sales

Francesco di Sales, quando era giovane studente a Parigi, si trovò sprofondato in una grande tribolazione: la Chiesa Cattolica insegnava che Dio è Amore infinitamente misericordioso, mentre al contrario la dottrina di Calvino, che imperversava in quel tempo, sbandierava nelle scuole la teoria che Dio da sempre destina alcuni alla salvezza e altri alla dannazione.

La tentazione lo ghermì al punto che fu convinto di essere un dannato. Durante questa terribile crisi le sue invocazioni a Dio erano queste: “Io, miserabile, sarò dunque privato della grazia di Dio? O amore, o carità, o dolcezza, non godrò più di queste delizie? O Vergine, bella tra le figlie di Gerusalemme, non vi vedrò nel regno del vostro Figlio? E il mio Gesù non è morto anche per me? Signore, che almeno vi ami in questa vita se non posso amarvi in quella eterna”.

        Un giorno Francesco entra in una chiesa e si dirige subito alla cappella della Vergine. Si inginocchia e compie un atto eroico di abbandono.

            “Qualunque cosa abbiate deciso, o Signore, nell’eterno decreto della vostra predestinazione, io vi amerò, Signore, almeno in questa vita, se non mi è concesso di amarvi nella vita eterna”.

        Poi recita la Salve Regina, il “Ricordati” di San Bernardo e la tentazione svanì completamente.

        Preghiera

        O Spirito Santo, mi rivolgo a te per un problema assai importante per me e per i miei cari. So che il peccato di disperazione d’essere salvati è un grosso peccato contro di te. Sarebbe come dire che tu non puoi riversare sui peccatori l’abbondanza del Sangue di Gesù Salvatore di tutti gli uomini. Ma tu puoi tutto.

        Te, Spirito d’Amore, invoco fiducioso per tutti i disperati: salvali, ti prego.
        Penso all’Apostolo, Pietro, che ha gridato a Gesù: “Non ti tradirò mai, sono pronto a morire con te”, ma poi con uno spergiuro lo ha rinnegato davanti a una servetta: “Non lo conosco, non so chi sia”.
        È bastato uno sguardo del Maestro perché due rivoli di lacrime non cessassero più di solcargli le guance.

        Sono infinite, o mio caro Spirito Santo, le tue meravigliose opere d’amore in favore dei disperati. Fa’ che torniamo tutti e presto a essere liberi figli di Dio e operatori di salvezza in questo mondo.

        E che dire di Gesù? Una sofferenza mortale ha colpito il suo bellissimo corpo e la sua anima santa. Inchiodato sulla croce si rivolgeva al Padre con forti grida e lacrime per essere liberato, dicendo: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Ma poi ha pronunciato quelle dolcissime parole: Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.

        Quella santa morte è stata il tuo capolavoro, perché tu non lo hai lasciato solo neanche per un istante. E così la sua morte procurò ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli al Padre in unità con te.

        Tu, Spirito Santo, fa’ scendere su di me e su tutti i peccatori il sangue prezioso di Gesù. Allora il Padre terrà conto delle parole del suo Diletto: Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.

        Grazie, Spirito d’Amore, noi ti amiamo.

                                                                   D. Timoteo Munari sdb

RIVISTA MARIA AUSILIATRICE  2006 - 10