IL SIMBOLO DEGLI APOSTOLI

    Io credo in Dio, Padre onnipotente
    creatore del cielo e della terra,
    e in Gesù Cristo, suo unico figlio,
    nostro Signore;
    il quale fu concepito di Spirito santo,
    nacque da Maria Vergine,
    patì sotto Ponzio Pilato,
    fu crocifisso, morì e fu sepolto,
    discese agli inferi,
    il terzo giorno risuscitò da morte,
    salì al cielo,
    siede alla destra di Dio Padre onnipotente;
    di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
    Credo nello Spirito santo,
    la santa Chiesa cattolica,
    la comunione dei santi,
    la remissione dei peccati,
    la risurrezione della carne,
    la vita eterna. Amen.

    

    INTRODUZIONE

    - Che cosa credono, esattamente, i cristiani?
    - Qual è il contenuto fondamentale della loro fede?
    - La fede è solo un fascio di credenze o l’adesione personale e vitale a Dio?
    - Qual è la buona notizia (vangelo) che dobbiamo vivere e annunciare agli uomini d’oggi?
    - Possiamo continuare a parlare del Dio vivo usando un linguaggio morto che l’uomo del XXI secolo non comprende più?

    È necessario che interpretiamo nuovamente e riesprimiamo la fede eterna con le immagini, le idee e il linguaggio familiari alla gente del nostro tempo, con le parole di tutti i giorni: questo significa predicare il vangelo ad ogni creatura (cf. Mc 16,15) perché tutti sentano annunciare nella propria lingua le grandi opere di Dio (cf. At 2,11).

    Occorre concentrare il contenuto della fede, annunciare il nocciolo centrale del cristianesimo: Dio Padre, Gesù Cristo, lo Spirito santo.

    Dio Padre, Gesù Cristo, lo Spirito santo sono persone. La fede quindi non è un elenco di affermazioni, di dogmi; è l’incontro con Qualcuno, il legame personale e vitale con Qualcuno, l’introduzione in un mistero.

    Il mistero non è una porta chiusa contro la quale sbattiamo la testa, ma è l’apertura su una realtà talmente grande che non riusciamo a comprendere e a godere pienamente, una realtà inesauribile. L’uomo è immerso nell’infinito oceano del mistero di Dio: "In lui, infatti, viviamo, ci muoviamo ed esistiamo" (At 17,28).

    Dio è Qualcuno: questa è la migliore traduzione dell’"Io credo in Dio".

    Dio ha voluto farci sapere che egli è Qualcuno che vive, che agisce, che ama. Sappiamo che questo Dio è con noi sempre (Mt 28,20) e che noi saremo sempre con lui (Gv 14,2-3; 1Ts 4,17).

    Su questo Qualcuno possiamo impostare uno studio scientifico: ne risulterà un dossier esatto e completo. Ma di questo Qualcuno possiamo fare anche l’incontro personale, un incontro d’amore fino alle estreme conseguenze.

    Trattandosi di Dio, nel primo caso si fa dell’istruzione religiosa e della teologia; nel secondo, scopriamo un amore, un amore attuale, per l’oggi, per la vita, per la morte, per l’eternità.

    Non serve fare studi su Dio, fare sintesi sui contenuti della fede se prima non abbiamo incontrato nella fede questo Qualcuno che si manifesta nella nostra vita, nella nostra storia, nella nostra esperienza di uomini. Qualcuno che risponde anche all’incredulo nella sua inquietudine, al sofferente nel suo tormento. Qualcuno che ama tutti per primo (1Gv 4,19).

    Un Dio dei filosofi e dei sapienti, un Dio teorico e lontano, fuori dalla storia e dall’esperienza umana, non esiste. E se anche esistesse non ci interesserebbe.

    Certo, esiste una scienza della religione cristiana, ma la fede è più che una scienza: è una vita. Esiste una dottrina cristiana, ma è una dottrina di vita. Esiste una conoscenza, ma è la conoscenza di Qualcuno. Pertanto possiamo istruirci solo seguendo un metodo di vita, che parta dalla vita e vada alla vita per viverne concretamente.

    Un amore nasce e cresce non accumulando conoscenze su qualcuno, ma approfondendo la conoscenza di qualcuno, frequentandolo spesso e a lungo. Frequentare Dio, ascoltare la sua parola, sperimentare la sua presenza, pregarlo: questo è il metodo di ogni catechesi. Amarlo per comprenderlo meglio, comprenderlo per amarlo di più.

    Chi recita il "Credo" non elenca idee astratte, ma richiama delle Persone, dei fatti, una storia, le "opere di Dio", dalla creazione sino alla fine dei tempi: un impegno divino in nostro favore, per amore. Al centro di tutto stanno la morte e la risurrezione di Gesù Cristo. Questo è il fatto essenziale, la meravigliosa notizia che deve essere gridata a tutti perché costituisce l’atto stesso della salvezza.

    Questo fatto capitale si presenta come un avvenimento storico debitamente constatato, occupa il centro del cherigma (ciò che si "grida" innanzitutto, quando si annuncia la buona novella) di cui veramente costituisce l’essenziale.

    Il "credo" può essere diviso in tre parti:

    prima parte: Dio-Amore, Dio-Padre, fonte della vita, che dona il Figlio suo;

    seconda parte: Gesù Cristo, crocifisso e risorto;

    terza parte: Il Padre e il Figlio che donano lo Spirito, fondano la Chiesa come luogo di fraternità, di perdono, di vita in questo Spirito mentre attendiamo il giorno della manifestazione del Signore nel quale Cristo verrà glorioso a giudicare i vivi e i morti.

    Sono tre tappe storiche che possono essere facilmente riferite alle tre persone della Trinità: al Padre creatore, al Figlio salvatore, allo Spirito santificatore.